La Fiera dell’Autogestione all’Ex-Caseificio Occupato si e’ conclusa, domenica 24 maggio, con l’incontro con Emiliano Laurenzi che ci ha proposto un’attenta riflessione sull’uso della paura come strategia politica.
Riportiamo qui di seguito alcuni stralci del suo intervento.
Potete trovare la versione completa del testo a questo link
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LIBERA - IL RICORDO DELL'OVVIOINIZIATIVE
- 1 giugno - Matteo Borghi dj
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L’ExCaseifico Occupato di San Martino di Mugnano (Modena) ha aderito alla rete di Epicentro Solidale, una rete autorganizzata di attivisti che si stanno mobilitando per aiutare la popolazione abruzzese vittima del terremoto. Sono state raccolte, con il contributo volontario di tante persone, molte cose (alimenti, vestiti, giocattoli, stoviglie, ecc…). Questo video racconta il viaggio verso l’Abruzzo e l’incontro con gli attivisti di Epicentro Solidale.
EX-CASEIFICIO OCCUPATO, San Martino di Mugnano, Modena
22, 23 e 24 MAGGIO 2009
Lo spazio sociale dell’Ex-Caseificio Occupato è uno spazio liberato dall’abbandono in cui versava da anni, ma è anche uno spazio di sperimentazione di comportamenti libertari.
Il fascismo, l’autoritarismo, il sessismo, il consumismo, lo specismo, il razzismo sono comportamenti che non hanno nessuna legittimita’ all’interno di questo spazio.
Vorremmo condividere con tutti/e i/le partecipanti alla Fiera dell’Autogestione tutta una serie di pratiche e comportamenti che stiamo sperimentando all’interno di questo spazio. Perche’ l’autogestione e’ anche e soprattutto trasformazione dell’esistente a partire dall’esistenza individuale.
Rispetto per se stessi, per gli altri e per l’ambiente che ci sta intorno sono pratiche basilari per poter costruire una societa’ libera.
Venerdì 22
-ore 19 presentazione della Fiera
-ore 22 Concerti:
Desire Before Death
Attic
7BloodyHopes
Jesus Ain’t Poland
Strange Fear
special guest: ENK (liveset - radical techno)
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Sabato 23
-ore 11 laboratorio di autoproduzione di energia solare
-ore 15 laboratorio teorico di autoproduzione di energia eolica
-ore 21 confronto con Andrea Papi su: Senso, problematiche e praticabilità dell’Autogestione
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Domenica 24
- ore 11 esercizi di Quigong e Autoshatsu
- ore 15 confronto su “La fabbrica della paura” con Emiliano Laurenzi
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Durante la 3 giorni:
dj Samba
pranzi e cene
“Porcile” mostra d’Arte, sculture, disegni, pittura e istallazioni
Laboratorio di Falegnameria
Laboratorio di Writers
Verde non come marziano. Verde come prati, montagne. Con ruscelli e laghi limpidi e accarezzati da una brezza ottimale, gente vestita in abiti semplici ed essenziali. Questo pianeta secondo Coline Serreau si trova in un punto del nostro universo ad uno stadio evolutivo molto molto più avanzato, tanto che non ci sono più macchine, né inquinamento di altro tipo, non c’è moneta, non c’è Stato, non ci sono gerarchie: il pianeta viene amministrato e gestito in totale collaborazione ed armonia ed una volta ogni tanto gli abitanti o dei loro stretti rappresentanti (non c’è neanche sovrappopolazione naturalmente) si riuniscono in assemblee per pianificare le nascite, scambiarsi informazioni sui vari raccolti, scambiarsi materialmente cose e persone (servizi) a seconda di dove servono e si decide quale pianeta andare a visitare per imparare qualcosa dagli altri. Nessuno vuole mai andare sulla Terra, sono oramai 200 anni che nessuno vi si reca più, livello evolutivo troppo basso. C’è solo una persona che si fa avanti, Mila, (interpretata dalla stessa Serreau) la quale in verità custodisce un segreto: la madre era una terrestre. Mila viene così inviata sulla Terra, esattamente a Parigi e subito scopre una serie di difficoltà perché sulla Terra ancora si usa la moneta, si mangia la carne degli animali e quindi ogni cosa che mangia le fa male, e tutti sono convinti di essere presi in giro quando lei fa loro delle domande. Per fortuna, mettendo i piedi a mollo nell’acqua corrente e mandando in tilt tutti i sistemi elettronici del circondario, può comunicare con i suoi sul pianeta verde, i quali per lo meno le inviano un programma che le permette di “ricaricarsi” di energie tramite un neonato. E’ così che all’ospedale conosce un medico chirurgo, Max (Vincent Lindon, che vanta nella sua carriera interpretazioni per registi come Beneix, Lelouch e aveva già lavorato con la Serreau in La Crisi), che all’inizio naturalmente la prende per squilibrata, e del quale lei pensa che sia simpatico e non capisce perché si comporti in maniera tanto innaturale, poi capisce che deve essere un capo, ecco perché. Ma grazie ad un altro programma di cui Mila dispone, per “disconnettere” le persone, Max si rende disponibile ad aiutarla.
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Quando gli Hopi - una antichissima tribù dell’Arizona - pronunciano in un contesto di profezie la parola “Koyaanisqatsi” che vuol dire “la vita senza equilibrio”, intendono riferirsi agli squilibri e follie di una vita in via di degradazione, alla quale necessita un nuovo stile. Ispirandosi a un tale concetto, questo film (che film però è al tempo stesso un vero e proprio documentario) mira a raffrontare la maestà della natura - terre, mari, cieli - là dove essa è ancora incontaminata, con le precarie e spesso assurde realizzazioni della umanità di oggi, disancorata dai valori più essenziali e, appunto, naturali, lanciata in una corsa demenziale. Immagini naturali e urbane si susseguono in un montaggio ora accelerato ora rallentato, ritmato dalla musica che svolge un ruolo chiave.
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LA MEMORIA E’ UN’ARMA
Non fu ucciso in piazza, negli scontri seguiti alla contestazione del comizio del missino Niccolai. Fu selvaggiamente bastonato dalla polizia, lui che non poteva difendersi perché – senza occhiali – quasi niente poteva più vedere. Fu arrestato, gettato in cella e lasciato morire senza praticamente ricevere quell’assistenza cui aveva diritto e che l’avrebbe salvato. E, come in altri casi analoghi, il suo prolungato assassinio sarebbe rimasto avvolto nel nulla se i suoi compagni non si fossero subito mossi, se tante e tante persone oneste non si fossero subito battute contro chi voleva tutto nascondere, se ad un certo punto il giornalista Corrado Stajano non avesse dato alle stampe quel libro Il sovversivo che ci ha restituito a tutto tondo la sua vita e poi la sua morte.
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