LA MEMORIA E’ UN’ARMA
Non fu ucciso in piazza, negli scontri seguiti alla contestazione del comizio del missino Niccolai. Fu selvaggiamente bastonato dalla polizia, lui che non poteva difendersi perché – senza occhiali – quasi niente poteva più vedere. Fu arrestato, gettato in cella e lasciato morire senza praticamente ricevere quell’assistenza cui aveva diritto e che l’avrebbe salvato. E, come in altri casi analoghi, il suo prolungato assassinio sarebbe rimasto avvolto nel nulla se i suoi compagni non si fossero subito mossi, se tante e tante persone oneste non si fossero subito battute contro chi voleva tutto nascondere, se ad un certo punto il giornalista Corrado Stajano non avesse dato alle stampe quel libro Il sovversivo che ci ha restituito a tutto tondo la sua vita e poi la sua morte.
Il 5 maggio 1972 Franco Serantini prende parte, come altri compagni anarchici, al presidio antifascista indetto da Lotta Continua a Pisa contro il comizio dell’onorevole Giuseppe Niccolai del Movimento Sociale Italiano. Il presidio viene duramente attaccato dalla polizia; durante una delle innumerevoli cariche Franco viene circondato da un gruppo di celerini e pestato a sangue. Successivamente viene trasferito prima in una caserma di polizia e poi al carcere Don Bosco, dove, il giorno dopo, viene sottoposto ad un interrogatorio, durante il quale manifesta uno stato di malessere generale che il Giudice, le guardie carcerarie ed il medico non giudicano “serio”. Dopo quasi due giorni di agonia, Serantini viene trovato in coma nella sua cella, trasportato al pronto soccorso del carcere muore alle 9,45 del 7 maggio.
Giovedi 7 maggio proietteremo il film “S’era tutti sovversivi” di Giacomo Verde che ricostruisce la storia e il ricordo di Serantini, i sogni e le speranze di un individuo, di un movimento, che la mano fascista dello stato ha cercato di frenare.
La memoria e’ un’arma perche’ non dimenticando i compagni e le compagne vittime della repressione, i nostri desideri avranno la forza di travolgere il presente